Lentamente muore chi diventa schiavo
dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non
cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi
preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di
emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio
un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è
infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli
sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,chi
non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della
pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di
iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che
conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre
che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del
semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al
raggiungimento di una
splendida felicità.
Attribuita
erroneamente a Neruda ma scritta da
Martha Medeiros
giornalista e
scrittrice brasiliana nata nel 1961
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